Il nuovo Codice Appalti, entrato in vigore nel 2023, ha rappresentato una svolta importante per il settore dei lavori pubblici, introducendo modifiche significative nei processi di progettazione e gestione.
Una delle novità più rilevanti è stata l’obbligatorietà del BIM - Building Information Modeling, un metodo innovativo per ottimizzare la progettazione, la realizzazione e la manutenzione delle opere.
Con un recente correttivo, approvato a ottobre 2024, viene ridefinita la soglia minima per l’adozione obbligatoria del BIM a partire dal 2025, con l’obiettivo di agevolare le piccole amministrazioni e rendere il sistema più flessibile e inclusivo, passando da 1 a 2 milioni di euro.
Cos'è il BIM e perché è importante
Il BIM è una metodologia digitale che consente di creare modelli virtuali delle opere da realizzare, integrando informazioni utili per tutte le fasi del ciclo di vita del progetto.
Questo approccio non solo migliora la precisione e la trasparenza, ma riduce i costi e i tempi, favorendo una gestione più efficiente.
La sua obbligatorietà nei lavori pubblici ha spinto molte amministrazioni a dotarsi di strumenti e competenze adeguate.
La nuova soglia per l’obbligatorietà del BIM
Il correttivo al Codice Appalti introduce una modifica alla soglia minima per l’applicazione del BIM nei progetti pubblici. In base alle nuove disposizioni:
- L’obbligatorietà del BIM scatterà per progetti con importi superiori a 2 milioni di euro, un aumento rispetto alla soglia precedente di 1 milione.
- Per i progetti di importo inferiore, il ricorso al BIM resta facoltativo ma incentivato, con l’obiettivo di promuovere gradualmente la digitalizzazione del settore.
- Per quanto riguarda le costruzioni classificate come beni culturali, il BIM sarà obbligatorio da 5,5 milioni di euro.
Obiettivi della modifica
La revisione delle soglie mira a:
- Favorire una transizione graduale: le piccole amministrazioni, spesso non dotate di competenze tecniche adeguate, potranno adeguarsi senza pressioni eccessive.
- Promuovere la competitività: consentire alle imprese di acquisire esperienza con il BIM prima di affrontare progetti di maggiore complessità.
- Ridurre le disparità territoriali: le modifiche mirano a uniformare l’adozione del BIM, favorendo una diffusione più equa tra Nord e Sud.
Quali saranno gli impatti sul settore della nuova soglia?
L’innalzamento della soglia per l’obbligatorietà del BIM porterà effetti significativi su diversi aspetti del settore, con implicazioni per le imprese, le amministrazioni pubbliche e il mercato nel suo complesso.
Per le imprese di piccole e medie dimensioni, questa modifica rappresenta un’opportunità per prepararsi con maggiore calma all’adozione del BIM, investendo gradualmente in formazione e strumenti tecnologici. Tuttavia, le aziende già avanzate sotto il profilo digitale potranno trarre vantaggio competitivo, partecipando a bandi di gara che premiano l’uso del BIM anche sotto la nuova soglia.
Anche le amministrazioni pubbliche, in particolare quelle locali o meno strutturate, trarranno beneficio dalla maggiore flessibilità introdotta dalla revisione. Spesso limitate da budget ridotti e carenze di competenze, queste potranno concentrarsi sulla preparazione di processi più robusti per affrontare i progetti futuri in modo più efficace. Tuttavia, un effetto collaterale potrebbe essere un rallentamento generale della digitalizzazione del settore pubblico, qualora non venissero attivati strumenti di supporto adeguati.
Dal punto di vista del mercato, la riduzione immediata del numero di progetti pubblici realizzati con il BIM non necessariamente frenerà l’innovazione. Le aziende saranno comunque spinte a investire in nuove tecnologie per rimanere competitive, in particolare nei settori dove il BIM rappresenta un valore aggiunto, come nelle infrastrutture complesse e nell’edilizia sostenibile. La revisione potrebbe però accentuare il divario tra aree geografiche più sviluppate e territori meno avanzati, dove l’adozione del BIM è ancora rallentata da carenze strutturali.
Un altro aspetto cruciale riguarda la formazione e la digitalizzazione. La maggiore flessibilità introdotta con la nuova soglia consente agli operatori di settore di approcciare il BIM in maniera più graduale, acquisendo competenze in modo progressivo. Questo vale sia per le imprese che per le amministrazioni, che potranno adottare strategie digitali mirate senza eccessive pressioni. Tuttavia, vi è il rischio che alcune realtà vedano la revisione come un pretesto per ritardare ulteriormente il processo di digitalizzazione.
Per mitigare eventuali criticità, sarà fondamentale introdurre incentivi finanziari, programmi di formazione mirata e strumenti di assistenza tecnica volti a sostenere la diffusione del BIM. Linee guida operative chiare e piattaforme digitali accessibili potrebbero giocare un ruolo chiave nel promuovere un’adozione più uniforme.
L’innalzamento della soglia rappresenta una misura che bilancia la necessità di flessibilità con quella di innovazione, offrendo respiro alle realtà meno strutturate. Tuttavia, il successo di questa revisione dipenderà dall’attivazione di politiche complementari che sappiano favorire una transizione digitale equa e inclusiva, riducendo le disuguaglianze territoriali e settoriali.